Il 1 maggio 2004 il totale dei Paesi membri dell'Unione europea passò da 15 a 25, con l'ingresso di Stati dell'Europa centrale e orientale e di due nazioni insulari
Venti anni fa, a Strasburgo, si teneva la cerimonia per il più grande allargamento della storia dell'Unione europea. Era il 1° maggio 2004 e i presidenti dei parlamenti dei dieci Paesi che entravano nell'Ue consegnarono le bandiere dei loro Paesi all'allora presidente del Parlamento europeo, Pat Cox.
Le conseguenze economiche, sociali e politiche dell'allargamento
Così, gli Stati membri passarono da 15 a 25, con l'adesione delle repubbliche baltiche, di cinque Paesi dell'Europa centrale e due insulari (Malta e Cipro). L'allargamento ha portato benefici - secondo Michael Emerson, ricercatore presso CEPS Brussels - ma dal punto di vista politico c'è ancora della strada da fare: "Posso dire è che l'andamento economico è stato molto buono, poiché tutti i nuovi Stati membri sono cresciuti più velocemente rispetto ai vecchi Stati membri. La stabilità finanziaria, anche, è stata ragionevolmente buona. Dal punto di vista dei cittadini, le migrazioni in entrata e in uscita sono avvenute in modo molto libero e ordinato. Certo, dal punto di vista politico c'è qualche ostacolo sulla strada, in Polonia e Ungheria e forse anche in Slovacchia".
I dieci nuovi Stati membri entrati nel 2004 hanno apportato un aumento del 20% della popolazione complessiva dell'Ue. E anche il territorio è cresciuto di una quota simile. Per quanto riguarda il Pil, l'aumento è stato di quasi il 9%, ma il dato pro capite è invece diminuito.
In vista un possibile nuovo allargamento con nove Paesi candidati
A un decennio di distanza dal grande allargamento, però, sono sorti problemi di non poco conto. Nei casi di Ungheria e Polonia è stata attivata la procedura prevista dall'articolo 7 dei Trattati, che può essere applicata in caso di violazioni sistematiche dei valori fondamentali dell'Unione. Gli strumenti volti a proteggere gli interessi finanziari comunitari sono stati adottati invece solo contro Budapest. Non a caso, inUngheria i cittadini appaiono ancora oggi divisi sull'adesione all'UE.
Ciò nonostante, l'Europa deve prepararsi ad un'altra sfida: un nuovo allargamento, con ad oggi nove Paesi che hanno presentato domanda di adesione. Secondo Emerson, è necessario prepararsi alla possibilità che anche nei nuovi Paesi possano venire riscontrate violazioni di valori e interessi comuni: "Per quanto riguarda i Balcani, potrà andare allo stesso modo, con l'attivazione meccanismi di salvaguardia sul piano politico. Naturalmente, l'Ucraina è un caso unico ed enorme. E non sappiamo come finirà la guerra".