L'ultima sessione plenaria a Strasburgo ha chiuso la nona legislatura del Parlamento europeo. Dalla morte del presidente Sassoli al discorso di Zelensky, ecco i momenti più significativi di questi cinque anni
"Non sarei mai stata in grado di prevedere quante crisi e sfide abbiamo dovuto superare e gestire", ha detto in un'intervista a Euronews la presidente del Parlamento, Roberta Metsola. Difficile darle torto.
L'elezione sul filo di lana di Von der Leyen
All'inizio della legislatura, nel luglio 2019, i capi di Stato e di governo dell'Ue non indicarono come presidente della Commissione Manfred Weber, ovvero il candidato capolsita del gruppo politico più votato, il Partito popolare europeo.
La scelta ricadde invece su Ursula von der Leyen, anch'essa esponente tedesca del Ppe, pare su pressione del presidente francese Emmanuel Macron.
Nel voto di conferma di von der Leyen, tuttavia, il Parlamento non apprezzò particolarmente il mancato rispetto sistema degli Spitzenkandidaten, al quale il presidente francese si era apertamente opposto. Nello scrutinio segreto, Von der Leyen è stata confermata con 383 voti a favore, appena nove in più rispetto ai 374 richiesti.
Il canto Auld Lang Syne
Il processo di uscita del Regno Unito dall'Unione europea si è concluso ufficialmente il 29 gennaio 2020, con la fine del periodo transitorio post-Brexit. Gli eurodeputati approvarono l'accordo finale e subito dopo l'annuncio dei risultati del voto (621 a favore e 49 contrari), molti di loro si alzarono in piedi e tenendosi per mano cantarono "Auld Lang Syne", una popolare canzone scozzese che evoca la fine di un'amicizia di lunga data.
Il momento è stato segnato da applausi, abbracci e lacrime. Pochi giorni dopo, il Parlamento ha ridistribuito i seggi tenendo in considerazione la partenza dei 73 eurodeputati britannici.
L'eurodeputato sovranista ungherese in un party gay a luci rosse
A novembre 2021, József Szájer, eurodeputato di lungo corso del partito Fidesz, è stato sorpreso dalla polizia di Bruxelles in una festa a sfondo sessuale con una ventina di uomini, nel centro della città. La serata era stata organizzata in aperta violazione delle restrizioni imposte a causa della pandemia da Covid-19, èd è stata segnalata alle autorità da vicini infastiditi dai rumori.
Secondo un rapporto dell'ufficio del pubblico ministero, l'eurodeputato cercòdi sfuggire alla polizia scendendo dalla grondaia dell'appartamento e venendo successivamente fermato con le mani insanguinate e diverse sostanze stupefacenti nello zaino, che ha negato di aver usato.
"Mi dispiace di aver violato le regole. È stato irresponsabile da parte mia. Accetterò le sanzioni per questo", disse in una dichiarazione qualche giorno dopo le sue dimissioni da eurodeputato.
Szájer è stato, tra l'altro, uno dei promotori dell'agenda del primo ministro ungherese Viktor Orbán contro la cosiddetta influenza della comunità LGBTQ sull'educaione dei bambini:
I Ceo del settore farmaceutico all'Europarlamento
Durante la pandemia da Covid19, la Commissione europea ha acquistato le dosi di vaccino per conto degli Stati membri dell’Unione, stipulando in tutto 11 contratti per un costo complessivo di quasi 71 miliardi di euro. Tra le aziende beneficiare dei contratti, una è sembrata particolarmente in difficoltà nell'onorare gli impegni: AstraZeneca, che doveva fornire 90 milioni di dosi nel primo trimestre del 2021, ma ha presto abbassato l'obiettivo a 30 milioni.
Il Parlamento auropeo ha allora organizzato un'audizione virtuale per interrogare gli amministratori delegati delle aziende farmaceutiche, con domande particolarmente insidiose a Pascal Soriot di AstraZeneca.
"Com'è possibile che tu non ne abbia idea?", ha dichiarato l'eurodeputata finlandese Silvia Modig, che ha definito Soriot una "saponetta" per le sue confuse dichiarazioni sulle tempistiche delle consegne. La Commissione ha successivamente citato in giudizio AstraZeneca e il contenzioso si è concluso con un accordo.
L'addio a David Sassoli
Nelle prime ore dell'11 gennaio 2022, è stato annunciato il decesso del presidente del Parlamento europeo David Sassoli.
Il 65enne ex giornalista, eletto all'Eurocamera con il Partito democratico, era da tempo affetto da problemi di salute ed era stato ricoverato in ospedale altre volte in precedenza durante il suo mandato.
Ma ciò non gli aveva impedito si svolgere le sue funzioni, con una passione e un attaccamento apprezzati anche dai suoi avversari politici.
Il Parlamento ha ospitato un evento commemorativo, pochi giorni dopo la sua morte, con un elogio funebre pronunciato tutto in italiano da Roberta Metsola, che gli è succeduta alla guida dell'Eurocamera.
"L'Europa ha perso un leader, la democrazia ha perso un campione e tutti noi abbiamo perso un amico", le parole della presidente. "Uomo di grande lungimiranza e profonde convinzioni, ha sempre saputo tradurre i valori in cui credeva in azioni concrete".
Sassoli è stato sepolto a Roma dopo un funerale di stato nella Basilica di Santa Maria degli Angeli.
Lacrime al discorso di Zelensky
Mentre i primi missili russi cadevano su Kiev e sulle altre città dell'Ucraina, il presidente Volodymyr Zelensky firmava la richiesta di adesione all'Ue.
Il primo marzo 2022, a una settimana dall'inizio dell'invasione, Zelensky ha partecipato a una sessione straordinaria del Parlamento europeo, perorando la sua causa.
"Stiamo combattendo per i nostri diritti, per le nostre libertà e ora per la sopravvivenza. Stiamo anche lottando per essere membri uguali dell'Europa", ha detto Zelensky agli eurodeputati. "Dimostrateci che siete con noi. Dimostrateci che non ci abbandonerete. Dimostrate che siete davvero europei. E allora, la vita vincerà sulla morte e la luce vincerà sull'oscurità. Gloria all'Ucraina"
Il discorso suscitò commozione fra i banchi dell'Europarlamento, al punto che anchela voce del traduttore sembrò, per un momento sopraffatta dall'emozione.
“Qatargate”, uno scandalo di corruzione senza precedenti
A dicembre 2022 la polizia belga rivelò l'esistenza di una rete di corruzione che secondo le accuse coinvolgeva diverse persone legate al Parlamento europeo: l'allora vicepresidente dell'Eurocamera Eva Kaili, il suo compagno e assistente parlamentare Francesco Giorgi, l'ex eurodeputato Pier Antonio Panzeri e idue eurodeputati dei Socialisti e democratici Andrea Cozzolino e Marc Tarabella.
In cambio di favori come "ingenti somme di denaro e donazioni consistenti", presumibilmente versate da Qatar, Marocco e Mauritania, gli indagati avrebbero cercato di influenzare il processo decisionale dell'Eurocamera.
Lo scandalo fu subito ribattezzato “**Qatargate**” e portòall'arresto della vicepresidente Kaili e del suo partner: nella casa dei due furono rinvenuti i 150mila euro in contanti.
Kaili ha trascorso più di quattro mesi in prigione, ma come tutti gli altri indagati è ora a piede libero. L'intero caso sembra essersi sgonfiato, forse anche per la destituzione del giudice istruttore Michel Claise. Ma la vicenda ha danneggiato l'immagine del Parlamento, che ha elaborato un nuovo codice di condotta per i suoi membri.
Ma proprio al termine della legislatura, nuove accuse di influenza straniera, questa volta da parte di Cina e Russia, sono tornate a tormentare l'Eurocamera.
Una battaglia per la natura
La Legge sul ripristino della natura, regolamento proposto per riabilitare gradualmente le aree terrestri e marine dell'Ue degradate dai cambiamenti climatici e dalle attività umane, è stata uno dei file legislativi più contestati e dibattuti di tutta la legislatura.
Il Partito popolare europeo, il più numeroso gruppo del Parlamento, e i due gruppi di destra radicale Conservatori e riformisti europei e Identità e democrazia si sono ferocemente opposti alla legge, facendo di tutto per bloccarla, respingerla e indebolirla (anche attraverso discutibili campagne di comunicazione sui social network)
A giugno 2023 la legge sul ripristino della natura non era stata approvata dalla commissione Ambiente del Parlamento europeo, che si era spaccata sul tema: 44 voti a favore, 44 contro.
L’aula dell’Europarlamento aveva poi votato una versione pesantemente modificata, con una serie di emendamenti alla proposta originale. Nel frattempo anche il Consiglio dell’UE, l’organo che riunisce i 27 Stati membri, aveva richiesto varie flessibilità e deroghe nella sua versione della legge. Si è arrivati così a novembre a un accordo tra Consiglio e Parlamento sul testo legislativo finale, infine confermato dall'Eurocamera a febbraio 2024 con 329 voti a favore e 275 contrari.
Quattro anni per il Patto migrazioni e asilo
Con l'avvicinarsi delle elezioni, il Parlamento ha fatto tutto il possibile per chiudere il maggior numero possibile di fascicoli legislativi. A dicembre 2023, i negoziatori dell'Eurocamera hanno raggiunto un accordo con quelli del Consiglio dell'Ue su due dei provvedimenti più significativi del mandato: l'Artificial Intelligence Act, che regola l'utilizzo dell'intelligenza artificiale, e il Nuovo Patto migrazioni e asilo, una riforma globale della politica migratoria dell'Ue.
L'AI Act è stato concluso dopo colloqui di oltre 35 ore per tre giorni consecutivi. I negoziati sul Patto migrazioni e asilo sono stati suddivisi in diverse sessioni per consentire di concordare diverse leggi separate, ma profondamente interconnesse, che alla fine l'Eurocamera ha approvato ad aprile 2024.
Entrambi gli accordi sono stati celebrati come "storici".
"Smettetela di essere noiosi": la frustata di Yulia Navalnaya
Yulia Navalnaya, vedova del dissidente russo Alexei Navalny, è comparsa davanti al Parlamento europeo alla fine di febbraio 2024, pochi giorni dopo la morte del marito in carcere, in circostanze sospette.
"Se volete davvero sconfiggere Putin, dovete essere innovativi. Dovete smettere di essere noiosi", ha detto Navalnaya agli eurodeputati. "Non si può colpire Putin con un'altra risoluzione o un'altra serie di sanzioni che non sia diversa dalla precedente.
Il suo intervento si è concluso con una fragorosa standing ovation da parte dell'emiciclo di Strasburgo.
La causa alla Commissione europea
Negli ultimi dieci anni, il Parlamento europeo ha spesso accusato l'Ungheria di Viktor Orbán di retrocedere sui valori democratici in Ungheria, risoluzione dopo risoluzione con un linguaggio sempre più duro: una delle ultime definiva il Paese "non più una democrazia".
Dopo che la Commissione europea ha sbloccato 10,2 miliardi di euro di fondi di coesione destinati all'Ungheria, e precedentemente congelati per motivi legati allo stato di diritto, l'Eurocamera ha deciso di intentare una causa legale contro l'esecutivo dell'Ue: una scelta radicale, presa per difendere valori fondamentali dell'Unione, secondo i deputati che l'hanno sostenuta.
Il fatto che la Commissione abbia sbloccato il denaro un giorno prima di un cruciale Consiglio europeo in cui Orbán minacciava apertamente l'ostruzionismo ha alimentato le accuse di accordi dietro le quinte tra Bruxelles e Budapest.
Tra i momenti memorabili dell'Eurocamera rientrano anche le audizioni dell'ex direttore di FrontexFabrice Leggeri e della talpa di Facebook Frances Haugen. Tra quelli più goliardici, il video collegamento in mutandedi un eurodeputato irlandese, ilvoto caoticosul sistema di scambio di quote di emissione e, proprio nell'ultima sessione plenaria, la liberazione nell'emiciclo di una colomba da parte di un eurodeputato slovacco. Nella speranza che sia di buon auspicio per la prossima legislatura.