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Come lavorare all'estero può dare il via alla carriera dei giovani Neet

In collaborazione con The European Commission
Come lavorare all'estero può dare il via alla carriera dei giovani Neet
Diritti d'autore euronews
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Di Fanny Gauret
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Proseguire gli studi o trovare un lavoro è una tappa complessa nel percorso dei giovani europei. Chi si trova in questa fase di transizione fa parte di un gruppo chiamato Neet, ossia non occupati, né istruiti, né formati

Proseguire gli studi o trovare un lavoro è una tappa complessa nel percorso dei giovani europei. Chi si trova in questa fase di transizione fa parte di un gruppo chiamato Neet, acronimo inglese di "not in education, employement or training": sono i giovani che non studiano, non frequentano corsi di formazione e non lavorano.Un'esperienza lavorativa all'estero può aiutare questi giovani a uscire dalla loro situazione?

Per cercare di rispondere a questa domanda siamo andati a Recklinghausen, in Germania, per seguire il viaggio di due giovani ragazze, e all'Università di Maastricht.

Dopo la scuola superiore Hatice Fahel, una ragazza tedesca di 20 anni, si è presa una pausa pensare al suo futuro. Ha poi trascorso due mesi a Vercelli, grazie all'iniziativa europea Alma, che offre un'esperienza professionale e personale all'estero ai Neet sotto i 30 anni.

"Ho conosciuto molti nuovi amici italiani e ho imparato una nuova lingua - dice Hatice -. Ho lavorato in un albergo e ho imparato molte cose. Ora mi sento più libera, più sicura di me. Mi ha aperto gli occhi e le prospettive su altre cose". Questa immersione professionale e culturale, e il sostegno dei mentori, le hanno permesso di chiarire le sue aspirazioni professionali. "Il mio sogno professionale è diventare medico un giorno. Studiare medicina non è facile, ovunque bisogna passare dei test. Devo ancora capire come procedere. E poi iniziare la mia carriera".

Bruxelles incoraggia l'integrazione di programmi sociali come Alma: secondo la Commissione europea sono stati destinati quasi 11 miliardi di euro all'integrazione socio-economica dei giovani. La Germania è uno dei 15 Paesi che hanno risposto a questo appello. A Recklinghausen, l'ong Re-Init coordina uno dei programmi.

"Stiamo cercando di responsabilizzarli e di motivarli a realizzare ciò che non sanno nemmeno di poter raggiungere - dice Andreea Moraru, project manager di Re-Init -. Per la prima volta sentono di camminare sulle loro gambe. Gestiscono il proprio programma, il proprio denaro, il proprio budget, quindi diventano più indipendenti e credono in se stessi.

Al loro ritorno i partecipanti al programma vengono seguiti per quattro mesi. "Il livello di istruzione influenza la percentuale di Neet sotto i 29 anni - dice Moraru -. Nel 2022, in Europa, i giovani con un livello di istruzione elevato rappresentavano l'8,0% dei Neet, quelli con un livello medio il 12% e quelli con un livello basso il 13,6%".

Jasmin Nsimba Kanza è stata in Grecia con Alma due anni fa. "Ho imparato molto e ci sono state molte prime volte per me - dice Jasmin -. La spiaggia e il mare, per esempio, nuove persone e una cultura completamente nuova". Lavorare in un albergo in Grecia ha permesso a Jasmin di ampliare i suoi orizzonti dopo un periodo difficile al termine delle scuole superiori a causa di motivi familiari.

"Sono diventata più aperta e ho acquisito il coraggio per cambiare - dice Jasmi -. Ora sono pronta. Mi sono iscritta a una scuola professionale come assistente di design con specializzazione in media e comunicazione, sono stata accettata e inizierò dopo l'estate".

"Servono più investimenti nel sistema educativo"

In Germania, uno dei Paesi europei con il minor numero di Neet, Jasmin e Hatice hanno beneficiato del progetto Alma in parte grazie al loro atteggiamento proattivo. Ma non è sempre così. 

Mark Levels, professore dell'Università di Maastricht, sottolinea che alcuni entreranno più facilmente nel mondo del lavoro, ma l'integrazione sociale dei più vulnerabili resta una sfida. Quali sono le conseguenze di essere classificati come Neet per un individuo e per la società?

Mark Levels: Lo status di Neet è legato a tutta una serie di problemi sociali. I Neet hanno molte più probabilità di essere poveri, molto più probabilità di vivere una vita di esclusione sociale, molto meno probabilità di entrare nel mercato del lavoro. Per la società il costo totale in termini di mancata produttività del lavoro, il costo dei programmi sociali, ma anche il costo del tentativo di regolare il crimine e così via, sono enormi. Un costo di circa 142 miliardi all'anno.

Un'esperienza di vita e di lavoro all'estero può portare a un cambiamento duraturo?

Questo tipo di esperienze sono il segnale che sono in grado di svolgere una serie di attività che potrebbero essere molto richieste. Quindi possono sicuramente funzionare. Ma per le persone più vulnerabili, quelle poco qualificate, non funzionano. E questo richiede un approccio completamente diverso.

Ci sono dei Paesi, delle politiche che possono servire da modello nella sua ricerca?

La Germania ha un sistema di istruzione professionale che funziona molto bene. Qui la transizione scuola-lavoro funziona e funziona molto bene. Il problema è che non si può semplicemente prendere un sistema educativo da un Paese e implementarlo in un altro Paese. Ci sono impostazioni culturali completamente diverse, il che rende difficile l'esportazione.

Quali sono le misure che i governi e le istituzioni educative dovrebbero adottare per aiutare i giovani e i Neet a passare dall'istruzione al lavoro?

Se c'è una cosa che predice lo status di Neet vulnerabile, è l'abbandono scolastico. Bisogna investire nel sistema educativo. Investire nel mantenimento delle persone. Investire in programmi che insegnino ai bambini le competenze richieste dal mercato del lavoro. In questo modo si riduce la possibilità che diventino Neet e, in secondo luogo, ci si concentra sui bambini più vulnerabili, mettendoli al centro dell'attenzione.

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