EventsEventi
Loader

Find Us

FlipboardLinkedin
Apple storeGoogle Play store
PUBBLICITÀ

Il dilemma dell'Ue: dalla dipendenza dai combustibili fossili a quella dai metalli

Il dilemma dell'Ue: dalla dipendenza dai combustibili fossili a quella dai metalli
Diritti d'autore euronews
Diritti d'autore euronews
Di Bryan Carter
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

Per ridurre le emissioni di CO2 all'Ue servono tecnologie che richiedono più metalli che mai: l'Ue consuma già circa un quarto delle materie prime mondiali, ma ne produce solo il 3% circa

PUBBLICITÀ

Rame, litio, cobalto e alcune terre rare sono tra i 34 metalli e minerali classificati come critici dall'Unione europea. L'obiettivo dell'Ue di neutralizzare le emissioni di CO2 entro il 2050, insieme alla creazione di armamenti moderni e alla crescente digitalizzazione della vita quotidiana, si basa su tecnologie che richiedono più metalli che mai, rendendo questi materiali dei beni di prima necessità. Ma se l'Ue consuma già circa un quarto delle materie prime mondiali, ne produce solo il 3% circa.

Nel dicembre 2023 il Parlamento europeo ha adottato la normativa sulle materie prime critiche, che definisce gli obiettivi per il riciclaggio, la lavorazione, il commercio e, soprattutto, la produzione interna. Entro il 2030 l'Ue vuole estrarre almeno il 10% del suo consumo annuale di materie prime critiche. Questo obiettivo mira a migliorare la sicurezza dell'approvvigionamento e a ridurre la dipendenza da fonti estere, come la Cina, che attualmente fornisce quasi tutto il fabbisogno di terre rare dell'Ue.

Euronews è andata in Svezia, una potenza mineraria, per capire le implicazioni di questo obiettivo per il continente. A Gällivare, Boliden gestisce la miniera di Aitik, la più grande miniera di rame d'Europa. Klas Nilsson, portavoce dell'azienda, ne riconosce l'impatto ambientale ma sottolinea gli sforzi di Boliden per ridurlo al minimo.

"Ovviamente abbiamo un impatto sull'ambiente. Ma dovremmo basare tutta la nostra transizione climatica sui metalli prodotti in altri continenti?", afferma Nilsson, che sostiene la necessità di produrre localmente piuttosto che importare da regioni con standard lavorativi e ambientali inferiori.

Ma alcuni abitanti del luogo, come Katarina, che hanno dovuto trasferirsi a causa dell'espansione mineraria, esprimono scetticismo sulle motivazioni ambientali dell'industria. "Dicono di avere le loro miniere per il bene del clima. Sono stupidaggini. Hanno le loro miniere per fare soldi. Nessuno apre una miniera per salvare il clima", dice Katarina.

La regione ospita anche i Sámi, l'unico popolo indigeno dell'Ue, che lamentano la frammentazione del loro territorio a causa dello sviluppo minerario e industriale. "Hanno bisogno di ferro, di rame o di quello che è - dice a Euronews Niila Inga, un'allevatrice di renne -. Quindi dobbiamo spostarci".

Indipendentemente dai risultati delle prossime elezioni europee, i metalli rimarranno una priorità per l'Europa, con un potenziale aumento delle tensioni tra la necessità di una transizione energetica e di autonomia da un lato e le preoccupazioni ambientali locali dall'altro. Bilanciare questi interessi contrastanti rappresenta una sfida per gli Stati membri, che si trovano ad affrontare un passaggio incerto dalla dipendenza dai combustibili fossili alla dipendenza dai metalli.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Svezia, sparatoria nei pressi dell'ambasciata di Israele: diversi arresti

Svezia: un'inchiesta rivela, membri di gang criminali nella polizia, sedotti anche con il sesso

Svezia, il futuro del clima e dell'energia rinnovabile passa dalle turbine eoliche in legno